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Mi piace pensare che il meglio debba ancora venire. --- E' tempo di... Pausa ---

 

Il nostro amico è il nostro bisogno saziato. È il nostro campo che seminiamo con amore e mietiamo con riconoscenza. Ed è la nostra mensa e il nostro focolare. Perché andiamo da lui con la nostra fame, e da lui rivolgiamo il nostro bisogno di pace.
Quando il nostro amico si confida con noi, non abbiamo timore a dirgli "no", e non esitiamo a dirgli "si".
E quando è silenzioso il nostro cuore non cessi di ascoltare il suo, perché, senza bisogno di parole, nell'amicizia tutti i pensieri, tutti i desideri, tutte le speranze nascono e sono condivise, con inesprimibile gioia.
Quando ci separiamo dal nostro amico, non rattristiamoci, perché ciò che più amiamo in lui può diventare più chiaro in sua assenza, come per lo scalatore la montagna è più nitida se vista dalla pianura.
E non ci sia altro scopo nell'amicizia se non l'approfondimento dello spirito.

Diamo il meglio di noi stessi per l'amico.
Se deve conoscere il riflusso della nostra marea, facciamo che ne conosca anche la piena.
Poiché che amico è il nostro, per cercarlo solo nelle ore di morte?
Cerchiamolo sempre nelle ore di vita.

E che nella dolcezza dell'amicizia ci siano sempre risate, e piaceri condivisi.
Perché nella rugiada delle piccole cose il cuore trova il suo mattino, e si ristora
.

 

 

 

 

Ogni volta che ci sentiremo smarriti, confusi, pensiamo agli alberi, ricordiamoci del loro modo di crescere. Ricordiamoci che un albero con molta chioma e poche radici viene sradicato al primo colpo di vento, mentre in un albero con molte radici e poca chioma la linfa scorre a stento.
Radici e chioma devono crescere in uguale misura, dovremmo stare nelle cose e starci sopra, solo così potremmo offrire ombra e riparo, solo così alla stagione giusta potremmo coprirci di fiori e frutti. E quando poi davanti a noi si apriranno strade e non sappiamo quale prendere, non imbocchiamone una a caso, ma sediamoci e aspettiamo. Respiriamo con la profondità fiduciosa con cui abbiamo respirato il giorno in cui siamo venuti al mondo, senza farci distrarre da nulla, aspettiamo e aspettiamo ancora. Stiamo fermi, in silenzio, e ascoltiamo il nostro cuore. Quando poi ci parla, alziamoci e andiamo dove lui ci porta.

 

 

 

 
 
   
   
   
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
   
 
 
   
 
 
 
 
 
 
 
   
 
 
 
 

 Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città.

Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

L’indifferenza è il peso morto della storia. E’ la palla di piombo per il novatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, E’ la palude che recinge la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scora e qualche volta li fa desistere dall’impresa eroica.

 
L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera.
E’ la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che si ribella all’intelligenza» e la strozza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, il possibile bene che un atto eroico (di valore universale) può generare, non e tanto dovuto all’iniziativa dei pochi che operano, quanto all’indifferenza, all’assenteismo dei molti. Ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia aggruppare i nodi che poi solo la spada potrà tagliare, lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. La fatalità che sembra dominare la storia non e altro appunto che apparenza illusoria di questa indifferenza, di questo assenteismo.
Dei fatti maturano nell’ombra, poche mani, non sorvegliate da nessun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa. I destini di un’epoca sono manipolati a seconda delle visioni ristrette, degli scopi immediati, delle ambizioni e passioni personali di piccoli gruppi attivi, e la massa degli uomini ignora, perché non se ne preoccupa. 
Ma i fatti che hanno maturato vengono a sfociare; ma la tela tessuta nell’ombra arriva a compimento: e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto, del quale rimangono vittima tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. E questo ultimo si irrita, vorrebbe sottrarsi alle conseguenze, vorrebbe apparisse chiaro che egli non ha voluto, che egli non é responsabile. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi anch’io fatto il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, il mio consiglio, sarebbe successo ciò che e successo?

Ma nessuno o pochi si fanno una colpa della loro indifferenza, del loro scetticismo, del non aver dato il loro braccio e la loro attività a quei gruppi di cittadini che, appunto per evitare quel tal male, combattevano, di procurare quel tal bene si proponevano. I più di costoro, invece, ad avvenimenti compiuti, preferiscono parlare di fallimenti ideali, di programmi definitivamente crollati e di altre simili piacevolezze.

Ricominciano cosi la loro assenza da ogni responsabilità

   
E non già che non vedano chiaro nelle cose, e che qualche volta non siano capaci di prospettare bellissime soluzioni dei problemi più urgenti, o di quelli che, pur richiedendo ampia preparazione e tempo, sono tuttavia altrettanto urgenti.
Ma queste soluzioni rimangono bellissimamente infeconde, ma questo contributo alla vita collettiva non è animato da alcuna luce morale; è prodotto di curiosità intellettuale, non di pungente senso di una responsabilità storica che vuole tutti attivi nella vita, che non ammette agnosticismi e indifferenze di nessun genere.
   
   
   

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Colui la cui anima ha sete di aver vissuto fino in fondo l'intera estensione dei valori e delle mete cui si è aspirato fino ad oggi e di aver doppiato tutte le coste di questo “mediterraneo” ideale, colui che dalle avventure della propria esperienza, vuole sapere come si sente un conquistatore e uno scopritore dell'ideale, e così pure un artista, un santo, un legislatore, un saggio, un sapiente, un devoto, un divinamente estraneo di vecchio stile: costui ha bisogno di una cosa: della grande salute.

Tale da dover essere conquistata incessantemente, poiché la si sacrifica e la si deve sacrificare sempre di nuovo.

 

 
   
 
 
 

 

 

 
 
  Se ci fosse nel mondo un numero più cospicuo di persone che desiderano la propria felicità più di quanto desiderino l'infelicità altrui, potremmo avere il paradiso nel giro di qualche anno. L’uomo passa la prima metà della sua vita a rovinarsi la salute e la seconda metà alla ricerca di guarire.
 
 

Non permettere alle tue ferite di trasformarti in qualcuno che non sei.

Paulo Coelho

II fatto è che le rivolte dell’anima sono irreversibili, una volta avviate non si arrestano più.
     
 
    "Siamo in guerra, deve essere chiaro che siamo in guerra e quando si è in guerra, si devono portare avanti delle soluzioni eccezionali per risolvere i problemi di assoluta gravità." Dottor Massimo Galli esperto in Malattie Infettive Ospedale Luigi Sacco Milano
  Molti danno agli altri ciò di cui avrebbero maggiormente bisogno per se stessi.  
 
     
  La causa principale della sofferenza non è mai la situazione in cui ti trovi, ma i tuoi pensieri riguardo ad essa. La tua reazione ad una situazione ha il potere di cambiare la situazione stessa.
In ogni istante della nostra vita abbiamo un piede nella favola e l'altro nell'abisso.
 
  Lo spreco della vita si trova nell’amore che non si è saputo dare, nel potere che non si è saputo utilizzare, nell’egoistica prudenza che ci ha impedito di rischiare e che, evitandoci un dispiacere, ci ha fatto mancare la felicità.  
    Chi vuole essere sempre serio e non si lascia andare ogni tanto allo scherzo senza nemmeno accorgersene diventerebbe pazzo o idiota.
 
  Andavo di fantasia, e di ricordi, è quello che ti rimane da fare, alle volte, per salvarti, non c’è più nient’altro. Un trucco da poveri, ma funziona sempre. La teoria è quando si sa tutto e niente funziona. La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perché. Noi abbiamo messo insieme la teoria e la pratica: non c'è niente che funzioni e nessuno sa il perché.
 
    Possediamo una grande forza di cui facciamo buono o cattivo uso centinaia di volte al giorno.
  Le brave persone non hanno bisogno di leggi che dicano loro di agire responsabilmente, mentre le cattive persone troveranno un modo per aggirare le leggi.  
 
  Non era la paura della morte. No: la paura stava in lui da molti anni, conviveva in lui, un'altra ombra sulla sua ombra, in una notte, svegliato da un incubo e aveva preso coscienza che la morte non era un'eventualità permanente, come aveva sempre sentito, ma una realtà immediata  
   
La prudenza è la parte più nascosta del vero coraggio.
 
    Molta gente si innervosisce o si incollerisce per il minimo contrattempo, e a questo modo spreca una quantità d’energia che potrebbe essere usata più utilmente.
  La natura dell'uomo superbo è vile e di mostrarsi insolente nella prosperità e abietto e umile nelle avversità.  
 
     
  "Dove non sia forza di carattere, nessuna vittoria è possibile".
Non facciamoci tentare da ciò che luccica, ma solo da ciò che illumina.
     
 
     
  «Lasciatemi così. Ho fatto tutto il giro e ho capito. Il mondo si legge anche all'incontrario. Tutto è chiaro».
Riesco a mettere l'anima in tutto, tranne che in pace!
 

E l'amore guardò il tempo e rise, perchè sapeva di non averne bisogno.

Finse di morire per un giorno, e di riofirire alla sera, senza leggi da rispettare.

Si addormentò in un angolo di cuore per un tempo che non esisteva. Fuggì senza allontanarsi, ritornò senza essere partito, il tempo moriva e lui restava.

     
 
L'eccessivo valore che diamo ai minuti, la fretta, che sta alla base del nostro vivere, è senza dubbio il peggior nemico del piacere.
 
 
 
Colui che segue la folla non andrà mai più lontano della folla. Colui che va da solo sarà più probabile che si troverà in luoghi dove nessuno e’ mai arrivato.
 
 
 
 
Quando tutti i giorni diventano uguali è perché non ci si accorge più delle cose belle che accadono nella vita.

 

 

    Molti affetti sono abitudini o doveri che non troviamo il coraggio di interrompere.
  Spesso chi vuole consolare, essere affettuoso ecc. è in realtà il più feroce dei tormentatori. Anche nell'«affetto» bisogna essere soprattutto «intelligenti».  
 
   Un affetto non si prova, si indossa direttamente.  
    Cosa sarebbero mai le favole per un bambino, senza le dolci e affettuose sonorita' di una voce che gliele racconta!
 

 

"Ma prima di vivere con gli altri, bisogna che viva con me stessa: la coscienza è l'unica cosa che non debba confrontarsi al volere della maggioranza".

    Gli affetti umani sono tanto vari quanto sono diverse nel mondo le forme delle cose.
 
Non parlate di affetto sprecato! Un affetto non fu mai sprecato.
 
 
 
"La libertà è un lusso di pochi".
 
   

La menzogna diventa verità e passa alla Storia.

dal libro "1984" di George Orwell

 

Foto panoramiche... finite male

La possibilità di realizzare foto panoramiche con gli smartphone non è una novità. Non lo sono neppure gli errori che il software può compiere nell'incollare tra loro le diverse inquadrature. Anche per colpa dei soggetti che non stanno fermi. O che hanno cercato di ingannare il software della fotocamera. Come in questi casi.

 

     
 
     
 
  Di tanto in tanto è bene fare una pausa nella nostra ricerca della felicità ed essere semplicemente felici  
    E ogni pausa è cielo in cui mi perdo, serenità d’alberi a chiaro della notte.
 

 

Lo so che il meglio deve ancora venire.

Ma una pausa dal peggio non mi dispiacerebbe affatto.

     
  La parola giusta può essere efficace, ma nessuna parola sarà mai efficace come una pausa al momento giusto. Le pause sembrano essere una cosa scontata, eppure viviamo nella frenesia. Vivere e capire le pause deve essere una forma d’amore.
 

Il fischio dei merli ha questo di speciale: è identico ad un fischio umano […]. Dopo un po’ il fischio è ripetuto – dallo stesso merlo o dal suo coniuge – ma sempre come se fosse la prima volta che gli viene in mente di fischiare; se è un dialogo, ogni battuta arriva dopo una lunga riflessione […]. E se fosse nella pausa e non nel fischio il significato del messaggio? se fosse nel silenzio che i merli si parlano?

 

 

 

  Ti scrivo senza nessun punto senza nessuna virgola senza nessuna pausa senza prendere fiato fino all’asfissia proprio come ti bacerei. Ogni volta che ci si trova dalla parte della maggioranza, è il momento di cambiare (o di prendersi una pausa per riflettere).
     
 

Grandi Strade di silenzio conducevano
A Sobborghi di Pausa –
Qui non vi era Annuncio – né Dissenso
Né Universo – né Leggi –

 

 

 

Il proverbio: «fratelli, coltelli».

È poi cosí strano e irrazionale che le lotte e gli odî diventino tanto piú accanite e grandi quanto piú due elementi «sembrano» vicini e portati dalla «forza delle cose» a intendersi e a collaborare? Non pare. Almeno «psicologicamente» il fatto si spiega. Infatti, uno non si può attendere nulla di buono da un nemico o da un avversario; invece ha il diritto di attendersi e di fatto si attende unità e collaborazione da chi gli sta vicino, da chi è legato con lui da vincoli di solidarietà o di qualsiasi genere. Infatti, non solo il proverbio «fratelli, coltelli» si applica ai legami di affetto, ma anche ai legami costituiti da obblighi legali. Che ti faccia del male chi ti è nemico o anche solo indifferente, non ti colpisce, ti rimane «indifferente», non suscita reazioni sentimentali di esasperazione. Ma se chi ti fa del male aveva il dovere morale di aiutarti (nelle associazioni volontarie) o l’obbligo legale di fare diversamente (nelle associazioni di tipo statale), ciò ti esaspera e aumenta il male, poiché ti rende difficile prevedere l’avvenire, ti impedisce di fare progetti e piani, di fissarti una linea di condotta. È certo che ogni uomo cerca di fissare quanti piú elementi è possibile di riferimenti certi nella sua condotta, di limitare il «casuale» e la «forza maggiore»; nello sforzo di questa limitazione entra in calcolo la solidarietà, la parola data, le promesse fatte da altri, che dovrebbero portare a certi fatti certi. Se essi vengono a mancare per incuria, per negligenza, per imperizia, per slealtà, al male che ne risulta si aggiunge l’esasperazione morale che è tipica di questo ordine di relazioni. Se un nemico ti arreca un danno e te ne lamenti, sei uno stupido, perché è proprio dei nemici di arrecare danni. Ma se un amico ti arreca danno, è giustificato il tuo risentimento. Cosí se un rappresentante della legge commette un’illegalità la reazione è diversa che se l’illegalità la commette un bandito. Perciò mi pare che non sia da meravigliarsi dell’accanimento nelle lotte e negli odî tra vicini (per esempio, tra due partiti cosí detti affini); il contrario sarebbe sorprendente, cioè l’indifferenza e l’insensibilità morale, come avviene negli urti tra nemici aperti e dichiarati.

   
A spese di chi la gente vive nei ricordi degli altri?
     
 

È da osservare che l’ottimismo non è altro, molto spesso, che un modo di difendere la propria pigrizia, le proprie irresponsabilità, la volontà di non far nulla. È anche una forma di fatalismo e di meccanicismo. Si conta sui fattori estranei alla propria volontà ed operosità, li si esalta, pare che si bruci di un sacro entusiasmo. E l’entusiasmo non è che esteriore adorazione di feticci. Reazione necessaria, che deve avere per punto di partenza l’intelligenza. Il solo entusiasmo giustificabile è quello che accompagna la volontà intelligente, l’operosità intelligente, la ricchezza inventiva in iniziative concrete che modificano la realtà esistente.

     
 
Ad alcuni per essere felici manca davvero soltanto la felicità.
Al momento del confronto il cadavere non ha saputo riconoscere il proprio assassino.
     
 
     
 
All'inferno il diavolo è un eroe positivo.
Alcuni dovrebbero vivere una seconda volta come premio, altri come castigo.
     
 
 
Anche il male vuol solo il nostro bene.
Anche l'anima, ogni tanto, deve stare a dieta.
 
Essere coerenti, significa essere coerenti dal punto di vista etico. Rimanere fedeli a quelli che sono i nostri valori, agendo però fattivamente. In questo senso, è importante accettare la realtà, le evidenze che emergono davanti a noi, anche quando non ci piacciono o non vogliamo accettarle, invece di sbatterci contro. Le cosiddette “questioni di principio” sono dunque assolutamente da evitare, in quanto non portano a una crescita individuale, ma solo ad un blocco della nostra capacità di agire. E spesso, dietro questo immobilismo, si cela una grande carica di rabbia e aggressività. Riconoscere questo stato e agire di conseguenza, è il vero modo per restare davvero coerenti a sé stessi.
     
 
Anche quando viene chiusa la bocca, la domanda resta aperta.
Anche se a una mucca dai da bere del cacao non ne mungerai cioccolata.
     
 
     
 
Bisogna continuamente ricominciare dalla fine.
Aveva la coscienza pulita. Mai usata.
     
 
 
Bisogna essere decisi anche per tergiversare.
Bisogna essere sempre se stessi. Il cavallo senza l'ussero, resta sempre cavallo. L'ussero senza il cavallo è soltanto un uomo.
 
     
 
Capita di dover tacere per essere ascoltati.
C'è chi vorrebbe capire ciò in cui crede, e chi vorrebbe credere in ciò che capisce.
     
 
 
C'è un'altra cosa nell'uomo che lo rende superiore alla macchina: sa vendersi da solo.
Che l'uomo sia lacerato dal cielo e dalla terra, pazienza, ma il peggio è che alla fine del cielo vuole il brandello che è stato strappato dall'inferno, e l'inferno è affamato di quello conquistato dal cielo.
 
     
 
Chi ha mai chiesto alla tesi e all'antitesi se vogliono diventare sintesi?
Chi è affamato di gloria divora anche l'uomo che è in lui.
     
 
     
 
Chi tiene l'acqua in bocca abbia almeno la creanza di non sputarla poi sugli altri.
Chi porta il paraocchi, si ricordi che del completo fanno parte il morso e la sferza.
     
 
     
 
Da quando si è messo in piedi sugli arti posteriori, l'uomo non sa più riacquistare l'equilibrio.
Come è difficile provocare un eco nelle teste vuote!
     
 
     
 
Ho sognato la realtà. Che sollievo, svegliarsi!
Gli uomini hanno i riflessi lenti; in genere capiscono solo nelle generazioni successive.
     
 
 
Il parto dell'uomo è doloroso, specialmente quando egli mette al mondo se stesso in età adulta.
I poeti sono come i bambini: quando siedono a una scrivania, non toccano terra coi piedi.
 
  "Se non ti è dato di trovare un solido terreno, credimi, imparerai a volare!"

'Esiste qualcosa di più grande e più puro rispetto a ciò che la bocca pronuncia. Il silenzio illumina l’anima, sussurra ai cuori e li unisce. Il silenzio ci porta lontano da noi stessi, ci fa veleggiare nel firmamento dello spirito, ci avvicina al cielo, ci fa sentire che il corpo è nulla più che una prigione, e questo mondo è un luogo d’esilio'.

Khalil Gibran

 
   
In cima ad ogni vetta si è sull'orlo dell'abisso.
 
 
Non è necessario che abbia molto da dire chi può comandare con un gesto.
Non aspettatevi troppo dalla fine del mondo!
 
 
Orribile è il bavaglio spalmato di miele.
Quando ti metti a saltare di gioia, bada che qualcuno non ti tolga la terra da sotto i piedi.
 
   
C'è chi salta direttamente dal passato al futuro, sul presente cade solo la sua ombra.
 

Il tempo scorre inesorabilmente!... Molte cose sembrano un ricordo lontano, quasi svanito nel tempo, una parentesi della vita che si è chiusa come tante altre, una pagina girata per scrivere un altro capitolo della nostra storia! Tutto ciò che era “ieri” ci appare sempre più come un piccolo punto nero, una macchia di inchiostro su un foglio bianco...

 

Tutto scorre e tutto va…

 

Restano a volte le cicatrici per i dolori passati, restano le gioie dei momenti felici e restano le amarezze per non aver colto l'attimo magico.

A volte gli avvenimenti della nostra esistenza compiono un lungo giro e poi te li ritrovi addosso… Ma in quel momento sei tu che sei mutato e forse nemmeno li riconosci!

 

Siamo come gocce d’acqua mutevoli trasportate dalla corrente di un fiume: la seguiamo quella corrente, ci lasciamo trasportare e poco possiamo fare se un evento ne cambierà il corso!

“Immergendosi due volte nello stesso fiume non ci si bagna mai con la stessa acqua”…

 

Perché “tutto scorre”, come il tempo sulle lancette di un orologio, come la sabbia che cade inesorabile in una clessidra e non ritorna mai su.

 

Ecco allora apparire nelle più svariate sfaccettature un mondo effimero, in cui nulla resta come è, in cui tutto scivola e vola via… per sempre!

 

Ogni attimo della nostra esistenza non è mai uguale all’altro e noi non siamo mai gli stessi da un istante all’altro, da un tempo all’altro!

 

Tutto cambia dentro e fuori di noi, anche se non sempre riusciamo a percepire questo continuo mutamento. Il nostro corpo, (la cosa più appariscente di noi) da un istante all’altro è sempre diverso e noi viviamo in questa continua diversità e di questa continua diversità! In noi nasce e muore qualcosa in ogni istante della nostra vita ed in ogni momento noi non siamo più quello che eravamo un minuto prima: il nostro corpo è cambiato, ma soprattutto la nostra mente è cambiata, il nostro pensiero è un altro pensiero!! Sensazioni, idee, affanni, felicità espressi o nascosti che non torneranno mai più… Perdiamo i nostri ricordi, sommersi da altri che continuamente nascono, che si sovrappongono, pronti anch’essi a sparire nel nulla, nel vuoto della nostra memoria...

 

Per quanto grande sia il nostro pensiero, esso non sarà mai capace di trattenere per un solo attimo il nostro “continuo e muto divenire”...

 

Tutto corre via in fretta, come quando vediamo correre via veloce ogni cosa da dietro un finestrino di un treno e di cui ben poco riusciamo a trattenere!

Tutto scorre, tutto passa! Passano gli anni, passano i mesi e le stagioni, anche il cielo cambia… cambiano i venti e le maree, i sogni e le aspirazioni!

 

Cambiano le cose più belle, quelle che ti sembrano le più importanti, quelle per cui davvero daresti la tua vita…

 

Tutto si rovina, tutto invecchia e inevitabilmente muore… E sembra che non ci rimanga altro da fare che stare ad osservare come tutto ci sfugga dalle mani, come un fiume inesorabile che scorre via e trascina con se mille pietre colorate che, inermi, si fanno smuovere e trasportare dalla corrente…

Tutto passa… e non lo si può fermare!

 

Nell’acqua di quel fiume puoi vedere quello che vuoi vedere, quello che ti fa piacere vedere, perché il dolce dondolio delle onde ti riporta alla mente quando eri ancora “acqua nell’acqua”, un corpuscolo di vita nel grembo materno… E quando quell’acqua ti ha lasciato hai desiderato uscire alla ricerca di un’altra vita e di una nuova luce...

 

Tutto scorre via.... e quell'acqua può scorrere e trascinare lontano i “tronchi” dei nostri pensieri e la bellezza ritorna e rivive in noi, in qualsiasi tempo, in qualsiasi giorno della vita!!

Eppure, penso che ci sia ciò che rimane oltre il tempo, qualcosa che il tempo stesso non può vincere, non può cancellare… può solo migliorare, consolidare!

 

 IL SENTIMENTO DELL’ESSERCI, per se stessi e per gli altri, un sentimento che, quantunque passi il tempo, non può che essere vivo e incorruttibile!

E’ l’amore che non può passare, perché c’è o non c’è, perché si ama o non si ama affatto e non si accresce né diminuisce col passare del tempo… L’amore non si misura in quantità, è solo una questione di qualità, di modalità…

 
 
 
 
Ricorda che il paracadute rende difficile spiegare le ali.
Si mette davanti ai primi. Ha ragione. È uno zero.
 
 
 
 

 

La miglior specie d'amico è quel tipo con cui puoi stare seduto sotto un portico e camminarci insieme, senza dire una parola, e quando vai via senti come se fosse stata la miglior conversazione mai avuta.

 

Focus

Perché il tempo vola quando ci divertiamo

Uno studio ha individuato la possibile base biologica nel cervello della percezione rallentata o accelerata del tempo.

 

  È vero che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo, ma è anche vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi.

Chi non ha un amico non è un amico, per l'amicizia vera "essere" e "avere" coincidono, non sono separabili, non sono in contrasto. Vale per tutto quanto sentiamo vero. Anche la libertà non si può averla senza essere libero, né si può avere un vero amore, se non si ama veramente. Chi non è capace di amicizia non ha amici. Siamo e abbiamo quello che sentiamo. I sentimenti tengono stretti insieme essere ed avere. Ci legano a quel che non siamo e ci donano quel che non abbiamo, come per l'amicizia e per l'amore.

Giuseppe Ferraro

 

“L'esperienza di una lunga vita mi ha convinto che la generosità nel giudizio del prossimo, tenendo sempre in conto tutte le attenuanti a suo favore, è di gran lunga preferibile alla tendenza purtroppo diffusa di mettere in rilievo le sue manchevolezze e di accanirsi contro veri o presunti colpevoli. Il maggior vantaggio che si ricava da questo atteggiamento fiducioso è non soltanto il fatto che lo incoraggia a ricambiarlo, ma anche che esso è motivo di serenità per chi lo possiede.”

Rita Levi Montalcini

 
 

Se alcuni pensano che l'amicizia derivi dalla debolezza e dalla necessità di cercare qualcuno in grado di procurarci quel che ci manca, è perché attribuiscono all'amicizia, se così posso esprimermi, un'origine davvero bassa e ignobile, volendola figlia del bisogno e dell'indigenza. Se così fosse, quanto più uno si sentisse insicuro, tanto più sarebbe adatto all'amicizia. Ma la verità è un'altra! Infatti quanto più uno ha fiducia in sé, quanto più è armato di virtù e di saggezza, in modo da non avere bisogno di nessuno e da considerare ogni suo bene un fatto interiore, tanto più eccelle nel cercare e nel coltivare le amicizie.

Si deve ricercare l'amicizia non nella speranza di un contraccambio, ma nella convinzione che il suo intero guadagno consista unicamente nell'amore.


Marco Tullio Cicerone

 

 
L'aspetto delle cose varia secondo le emozioni e così noi vediamo magia e bellezza in loro, ma, in realtà, magia e bellezza sono in noi.

 

 

L'innata vanità, particolarmente suscettibile per ciò che riguarda l'intelligenza, non vuole accettare che quanto da noi sostenuto in principio risulti falso, e vero quanto sostiene l'avversario. Se così fosse, ciascuno non dovrebbe fare altro che cercare di pronunciare soltanto giudizi giusti: quindi dovrebbe prima pensare e poi parlare. Ma, nei più, all'innata vanità si accompagna una loquacità e una slealtà connaturata. Essi parlano prima di avere pensato, e se anche poi si accorgono che la loro affermazione è falsa e hanno torto, deve non di meno apparire come se fosse il contrario l'interesse per la verità, che nella maggioranza dei casi è stato l'unico motivo per sostenere la tesi ritenuta vera, cede ora completamente il passo all'interesse della vanità: il vero deve apparire falso e il falso vero. 
Nessuno accusa senza avere il pensiero recondito della punizione e della vendetta, anche quando si accusa la propria sorte, anzi se stessi. Ogni lamentarsi è accusare, ogni allietarsi è lodare: che facciamo l'una o l'altra cosa, ne rendiamo sempre responsabile qualcuno...
 

 

Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così. Le più felici delle persone, non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.

 
La semplicità di carattere è il risultato più naturale del pensiero profondo.
 
IL FALSO BUONISMO E' IPOCRISIA

La falsa retorica della solidarietà e il falso buonismo demenziale della politica sono utilizzati in modo meschino per coprire evidenti interessi finanziari impoverendo il paese e la cittadinanza che si ritrova taglieggiata e costretta a vivere in una terra di nessuno con città in mano alla criminalità e ricoperte di rifiuti, dove le illegalità palesi e quelle oscurate dal potere burocratico, confondono i cittadini e imperano sovrane.

 

Nascono Associazioni di volontariato, Onlus e gruppi benefici a iosa, la Caritas e la Chiesa sono (sembrano essere) in prima linea ad aiutare i poveri, i bisognosi, le famiglie numerose, i ciechi, i diversamente abili, i carcerati, i bambini, i terremotati e quanti altri (qualcuno lassù o laggiù lo sa bene quanta gente vive nella precarietà, povertà e sofferenza) ...... eppure, andiamo sempre peggio.

 

Aumenta la disoccupazione, aumentano le persone che non arrivano a fine mese, quelli che non hanno cibo per i loro figli, diminuisce l'età minima delle nuovi generazioni che "ricercano il profano", cresce la conflittualità e l'insofferenza del popolo per lo stato di cose, aumentano suicidi, omicidi, abbandoni e le amicizie più salde si sgretolano come fossero state costruite nel polistirolo. Coloro che dovrebbero ricevere i benefici di questi gruppi caritatevoli vengono raggiunti soltanto da (io lo chiamo) un "minimo sindacale" giusto per non fare brutta figura, che fa ridere al confronto di ciò che viene stanziato o che potrebbe essere fatto.

 

Per non parlare poi dei fondi europei per "iniziative sociali" che vengono regolarmente restituiti indietro per mancanza di progetti presentati.

 

Senza contare inoltre i "figli e figliastri" della chiesa moderna. Un discorso pericoloso questo, visto il grande potere da essa esercitato. Sembra essersi politicizzata anch'essa e modernizzata troppo.

E' vero che l'abito non fa il monaco, ma è altrettanto vero che il Monaco porta l'abito.

Io sono oggi, completamente fuori da ogni religione e ... dentro a ciascuna, ritengo che il Vaticano rappresenti milioni di uomini sparsi in tutto il mondo e fa una politica intelligente che usa ai fini dell'espansionismo proprio di questa forza colossale. Questo diventa un problema politico e benchè io ne voglia rimanere fuori, sono costretta a una piccola e personale osservazione senza scatenare una guerra religiosa: la chiesa potrebbe fare di più e meglio, dovrebbe riscoprire lo scopo della sua missione, la vocazione e non la professione. Deve, considerare tutti sullo stesso piano senza distinzioni di sorta. Difendersi ovviamente dagli attacchi, ma non può diventare il vaticano detentore della verità assoluta. Non scordiamo le Crociate. Ma questo è un altro discorso.

 

Altresì incredibile è il diffondersi di gruppi e gruppetti politici che tentano di mettere insieme gli altri (ammirevole sotto certi aspetti almeno per la buona fede dell'intento), ma con quale scopo se nella realtà diventano soltanto altri "piccoli orti" da coltivare a propria immagine e somiglianza? Dov'è l'opera? Dov'è l'azione dell'idea? Dov'è sta il fatto? E non facciano proprio, questo scritto ovviamente, coloro che hanno la coscienza pulita. Dovrebbero quanto meno condividere questo disappunto espresso.

 

Sono stufa di questi falsi politici corrotti che non fanno altro che riempire le tasche a favore di questo nuovo potere del denaro, non è così che si fa politica, che nasce per il popolo e in suo favore, come siamo giunti a questo stato di cose?

 

Tutti propensi a fare del bene, ma noi, Italiani, quando ce lo facciamo un poco di bene?

 

 
 
 
 

La mente è un mondo a sé, e da sola può rendere il paradiso un inferno e l’inferno un paradiso”



Questo aforisma di John Milton. rende appieno come un processo di pensiero può invalidare la nostra vita! Fin dai tempi più antichi, l’uomo ha fatto esperienza di pensieri negativi che arrovellano la mente. Tuttavia, è il modo in cui decidiamo di maneggiare questi pensieri che fa la differenza.

A seconda dell’interpretazione che attribuiamo agli eventi della realtà possiamo trovarci a sperimentare sicurezza o paura, speranza o panico, responsabilità o vittimismo, vittoria o sconfitta. Vari studi hanno rilevato che avere un atteggiamento mentale negativo nei confronti degli eventi della vita può demolire lo stato di salute ed avere effetti negativi sulla felicità e il benessere.

Il “dialogo interno” è quella sorta di voce interiore che ci accompagna in tutto quello che facciamo. Esso è formato dai pensieri che formuliamo sul mondo.

 

Poichè il dialogo interno costituisce di fatto un insieme di messaggi che inviamo a noi stessi, se è prevalentemente di matrice negativa, esso rischia di sabotare gravemente il nostro benessere: può ridurre il nostro senso di efficacia, diminuire le nostre capacità di perfomance e abbassare il nostro potenziale. I pensieri auto-svalutanti più comuni includono frasi del tipo: “Non posso…”, “Non sono bravo abbastanza!”, “Non riesco…”, “Mi mancano certe caratteristiche…”, “Fallirò!” etc. Vi piacerebbe che un vostro amico continuasse a ripetervi “Non avrai mai successo”, “Non sei bravo abbastanza”, “Sei troppo insicuro”, “Fallirai”? Considerereste questa persona un vero amico? Ovviamente no! Dunque, perché parlare a noi stessi in questo modo? Ingaggiarsi continuamente in pensieri auto-svalutanti è come avere un amico crudele che cerca in ogni modo di sabotarvi. Così facendo, si diventa il peggior nemico di se stessi.



Una tra le più controproducenti forme di pensiero consiste nel partire da una situazione e vedere solo il lato negativo, o addirittura ipotizzare il peggio. Per molte persone, guardare il bicchiere mezzo vuoto è un’attitudine abituale e automatica. Pensiamo per esempio ad un treno fermo o a una giornata di pioggia. Per alcune persone, questi eventi sono solo esperienze negative, terribili. In realtà, non c’è nulla di positivo o di negativo nel traffico o nel tempo!! E’ il modo in cui si sceglie di guardare le circostanze che rende la situazione positiva o negativa, e questa scelta può immediatamente renderci più forti o più deboli, più felici o più tristi, potenti o vittime. Partendo dalla stessa situazione, possiamo guardare il treno fermo come la possibilità di ascoltare musica rilassante o una giornata di pioggia come l’occasione per andare a casa a berci una buona tazza di cioccolata calda leggendo un bel libro. Dipende tutto da come scegliamo di osservare il momento.



Uno dei più facili e comuni modi per sentirsi tristi e insoddisfatti è paragonare se stessi agli altri, in particolare con persone irraggiungibili. Spesso tendiamo a fare confronti con persone che ricevono un sacco di complimenti, che sono molto attraenti, che fanno molti soldi, o che hanno moltissimi contatti sui social. Quando ci si trova a desiderare quello che hanno gli altri, e ci si sente invidiosi, inferiori e inadeguati, molto probabilmente stiamo mettendo in atto paragoni sociali negativi. Vari studi in letteratura hanno mostrato che le persone che attuano abitualmente confronti negativi con gli altri soffrono più frequentemente di stress, ansia, depressione e pensieri auto-svalutanti.



Dovremmo imparare dal passato, non farci schiacciare da esso.

 

Può capitare che circostanze avverse della vita ed episodi personali negativi possano bloccarci, farci diventare insicuri nelle scelte e non farci riconoscere nuove brillanti opportunità.

 

Tuttavia, mentre ciò che è avvenuto nel passato non può essere modificato, abbiamo la possibilità di dare una nuova forma a quello che deve ancora accadere. Il primo passo è quello di rompere col passato e dichiarare che siamo noi, non la nostra storia, ad essere in gioco adesso.



Goethe ci ricorda “Niente vale più di questo giorno”. Non soffermiamoci sul passato: facciamo scelte migliori oggi e andiamo avanti.



È frequente incontrare sulla propria strada persone difficili. Di fronte a questi individui che cercano continuamente la sfida, è facile arrivare a credere che loro siano forti e noi le vittime, e che con il loro comportamento aggressivo abbiano il controllo su di noi. Molti nostri atteggiamenti di fuga, anche se giustificati, sono notevolmente influenzati dalla convinzione della propria debolezza. La chiave per cambiare questa falsa credenza di essere vittime di un prepotente è spostarsi dalla condizione di passività a quella di attività. Se abbiamo a che fare con un narcisista, un passivo-aggressivo, un manipolatore, un intimidatore o un controllante, ci sono molte strategie che potete utilizzare per fronteggiare la situazione.



Colpevolizzare consiste nel far sentire gli altri responsabili delle proprie disgrazie. Molte persone hanno l’abitudine di buttare la colpa della loro infelicità o mancanza di successo su genitori inefficienti, relazioni negative, su svantaggi socio-economici o sulla salute precaria. Certamente è vero che la vita è piena di difficoltà, ed innegabili sono il dolore e le sofferenze che ne conseguono, tuttavia incolpare gli altri della propria infelicità e assumere il ruolo di vittima non è un atteggiamento efficace.

A ben vedere, la condizione di vittima consente una serie di vantaggi secondari, ad esempio è più “comodo” puntare il dito contro gli altri per le proprie insoddisfazioni, evitando o ritardando il momento di assumersi la completa responsabilità della propria vita.

 

Tuttavia, è utile notare che l’abitudine a colpevolizzare fa risultare, agli occhi degli altri, sgradevoli e rancorosi e, soprattutto, priva la persona di potere e controllo sulle cose in quanto la responsabilità è spostata su terzi. Tra l’altro, spesso e volentieri, le persone “bersaglio” della colpevolizzazione hanno poca idea di quello che veramente state provando e possono non accorgersi di nulla. In realtà si diventa prigionieri del proprio astio e benchè possano essere sentimenti giustificati, tuttavia non ci aiuteranno a diventare persone felici e di successo.


“Quando diamo la colpa ad altri, stiamo gettando via il nostro potere” (...)

Tutti noi commettiamo errori nella vita. Quando guardiamo indietro alle nostre azioni passate, ci sono decisioni, gesti e errori sfortunati di giudizio ... Si potrebbe pensare, soprattutto per l'innato pregiudizio che regna sovrano, che si è delle cattive persone e ci si sente magari in colpa per avere fatto male qualcosa o aver perso delle opportunità... Come visto precedentemente, molto dipende da come leggiamo e rileggiamo gli eventi! Durante questi momenti difficili, è estremamente importante essere compassionevoli con se stessi (…) soprattutto rendersi conto dell'effettivo evento naturale e umano che genera determinati sentimenti...


Perdona non solo te stesso. Tutti facciamo errori. Gli errori non sono permanenti, ma sono momenti isolati. Errare non fa una persona cattiva.

Le paure di fallire e di fare errori sono spesso associate con il desiderio di essere stimati ed apprezzati dagli altri e con esigenze perfezionistiche. Vi è mai successo di pensare di non essere stati bravi come desideravate in certe occasioni? Probabilmente ciò non potrebbe essere dovuto all’asticella che avete posizionato troppo in alto? Benchè avere standard elevati possa servire come un ottimo strumento motivazionale, aspettarsi di essere sempre perfetti in tutte le situazioni ha effetti negativi sul nostro benessere, in quanto va ad aumentare i livelli di stress e a diminuire le probabilità di ottenere successo, riducendo così la propria felicità. A conferma di ciò, numerosi studi in letteratura hanno sottolineato la correlazione inversa tra perfezionismo e felicità: all’aumentare del primo, la seconda tende a diminuire. Un fatto è evidente nella storia: non è umano essere perfetti.

“Si può anche cercare di essere perfetti, ma il costo di questa decisione è molto alto… Come vi sentirete quando non riuscirete a raggiungere i canoni elevati che vi siete imposti?”

 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 
 
 
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